Una come le altre

Prova Iniziale

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  1. ~Lotaç
     
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    Questa sembrava una giornata come le altre, soltanto una giornata come le altre.
    Guglielmo si alzò dal letto controvoglia, però sapeva bene che se si fosse alzato troppo tardi non avrebbe trovato da mangiare avendo terminato tutto il cibo a casa, e dopo essersi preparato una tazza di caffè fumante si andò a lavare. Cosciente del fatto che se avesse voluto mangiare avrebbe dovuto trovarsi del cibo, perché non disponeva di alcun denaro avendoli finiti tutti, indossò l'equipaggiamento, si armò di arco e frecce e scese per strada incamminandosi verso la Piana delle Cento Navi. Molte leggende si narrano su questo territorio, la più diffusa specifica anche il nome attribuito alla pianura: si dice che un tempo questo territorio fosse ricoperto di una fitta boscaglia e che tutti gli alberi furono sradicati e utilizzati per costruire un centinaio di navi da guerra.
    Osservando cosa l'impero avesse fatto a quel territorio in Guglielmo nacque un senso di disgusto e disapprovazione.
    Un regno... un regno che non ha rispetto per la natura... come può pretendere di ottenere rispetto dal popolo... Questo mondo ormai gira in funzione del denaro, del capitale... del potere... Il potere! Sì.. il potere.. chiave di ogni cosa in questo mondo, a cosa è disposto l'uomo pur di ottenerlo? fino a dove può arrivare l'uomo? La violenza, la carestia, la povertà, la miseria.. tutti prodotti di una sola macchina, la macchina dell'impero, del governo di un uomo ineluttabile. Un uomo che da solo gestisce le redini di un impero, un uomo che come molti suoi predecessori pensa ai propri affari, al proprio stare bene, e non degna di considerazione alcuna la condizione della società che governa. Come risolvere tutto ciò? La rivoluzione, proporre un ideale condivisibile e democratico, uno stile di politica mai provato fino ad ora.. beh... ma per fare tutto questo cosa serve?..
    Il potere...
    bofonchiò Guglielmo muovendo la testa orizzontalmente come per fare "no", aveva uno sguardo molto serio e risoluto. Guglielmo è una persona che sa cosa vuole dalla vita, e con un tocco di presunzione lo dice anche egli stesso, perché in fondo ci piace ammetterlo..il potere non è l'unico modo per sperare di cambiare il mondo, la chiave è la fiducia in sé stessi, a Guglielmo questa non mancava affatto...
    Il Rivoluzionario si incamminò per la pianura mentre sentiva il vento scompigliargli i lunghi capelli biondi, decise quindi di tenerti legati per non trovarseli davanti ogni secondo.
     
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    Dritto, rovescio, dritto, rovescio, dritt... no, avrebbe dovuto dare un'altro colpo di rovescio per ottenere una forma decente.
    Un individuo vestito con degli originali abiti viola decorati con fantasie a ragnatela e con i capelli di un rosso molto pallido si stava dilettando in un semplice gioco per bambini all'ombra di un albero, così, tanto per passare il tempo. Aveva inviato alla sua famiglia il denaro che aveva guadagnato con l'ultima missione e per il resto della giornata era libero, ma in quei momenti non aveva assolutamente nulla da fare, quindi cercava di imparare quel gioco che gli aveva mostrato una delle sue sorelle minori, che consisteva nell'usare un pezzo di spago per creare delle fantasie a mò di ragnatela tra le dita, ma apparentemente String non aveva lo stesso talento di un Onigumo per certe cose. L'uomo fissò con la solita faccia apatica le sue dita dalle lunghe unghie, che si erano praticamente intrecciate in una forma indescrivibile nell'intento di formare una bella figura, ed ora stava cercando di liberarle dalla morsa in cui le aveva messe completamente da solo. Certo, poteva chiedere a qualcun'altro di insegnargli come diamine si faceva a creare quelle figure che gli piacevano tanto, ma non era proprio nel suo stile: non voleva avere molto a che fare con i membri fin troppo esaltati della sua fazione, e non poteva certo tornare a Noctura giusto per farsi insegnare come diamine si faceva ad intrecciare dello spago tra quelle dieci appendici senza ridursi ad un insaccato, quindi il Doppiogiochista poteva solo rimettersi in condizione di riprovare quel trucchetto. Era molto concentrato su quel passatempo, e l'albero contro il quale si era appoggiato gli forniva una bella ombra fresca in quella giornata soleggiata, ma con la coda dell'occhio potè vedere una figura in lontananza che si avvicinava nella sua direzione generale, poco lontano dalla periferia di Razor. Aveva solo da sperare che fosse un'altra richiesta di lavoro da parte dei piani alti, al massimo si sarebbe dedicato a qualcosa di più "utile" per sè stesso e per i suoi familiari, ma se era qualcuno che desiderava avere relazioni interpersonali allora sarebbe stato piuttosto imbarazzante ritrovarsi in quello stato...


    Nota: Ti farò da master per questa quest, non mi aspetto nessuno scontro epico od altro, può anche essere solo di dialogo.
     
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  3. ~Lotaç
     
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    Guglielmo continuava a camminare per il sentiero attratto da quel territorio, osservava quei pochi alberi rimasti dopo il grande disboscamento, i rami degli alberi si piegavano dinnanzi all'imponente forza del vento e cedevano spesso a questo spezzandosi. All'ombra di uno di questi vi era qualcuno che muoveva le mani in maniera bizzarra, il Rivoluzionario lo osservò mentre si avviava verso un albero vicino a quello dello strano individuo. A circa 10 metri di distanza dall'albero che aveva scelto per appostarsi prese in mano l'arco, estrasse una freccia dalla faretra e tese l'arco per scoccare la freccia contro l'albero, lasciò la presa e la freccia si scagliò con violenza contro l'albero e su questo si conficcò. Guglielmo estrasse un'altra freccia e la scagliò sulla precedente conficcandosi nello stesso punto e rompendo a metà quella scagliata in precedenza.
    Oggi non mi va di combattere, ma posso allenarmi..
    pensò Guglielmo rivolgendo lo sguardo verso lo strano individuo che stava a poco più di 10 metri da lui, poi ripose l'arco sulla spalla e si avviò verso l'individuo, e, tendendogli la mano, disse
    Il mio nome è Guglielmo D'Orange, detto il Rivoluzionario. Oggi non è affatto una giornata per combattere, ma se lei mi vuole assistere potremmo allenarci..cosa ne pensa?
    Il vento in quel momento si alzò e un polverone finì addosso Guglielmo che senza esitare iniziò a tossire per la troppa polvere finitagli su per il naso, al che disse
    Che cazz..
    Tossì un'altra volta e portò la mano destra, che aveva chiuso, al petto e si diede due colpi per darsi un'aria di importanza, poi tossì di nuovo e imbarazzato aspettava la stretta di mano dall'individuo
     
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    Che nervi, certa gente non sà proprio come comportarsi in presenza di altri. Inizialmente quel nuovo arrivato in quel piccolo spiazzo non lo aveva ancora distratto del tutto dal suo piccolo problema, si era limitato a sparare qualche freccia ad un albero poco lontano da quello su cui String era appoggiato, e questo poteva anche andargli bene. Ci si ignora ed ognuno si fà i fatti suoi, alla fine se a quell'uomo piaceva martoriare i tronchi non erano certo fatti suoi, e lui si sarebbe limitato a cercare di togliere le dita da quel pasticcio di fili. Invece, no: dopo essersi stufato di conficcare frecce nel legno quel tizio, che si presentò come Guglielmo D'Orange od "Il Rivoluzionario", interruppe la sue operazioni di districamento chiedendogli se voleva "allenarsi" assieme a lui, e poco dopo rischiò di strozzarsi a causa di qualcosa portato probabilmente da una piccola folata di vento... od era semplicemente imbranato da riuscire anche a respirare male. Non voleva essere proprio bastardo, se si voleva parlare con francesismi, ma di tutta risposta il Dhampir avrebbe portato lentamente il proprio sguardo neutro dalle proprie mani intrecciate al suo interlocutore, per poi parlare con voce altrettanto neutra a quell'arciere.

    -Se non lo avesse notato io sarei occupato.

    Una volta terminata questa frase, String avrebbe guardato con la coda dell'occhio le sue mani, cercando di far scivolare via dalla stretta di due fili il dito indice ed il medio. Doveva essere all'incirca a metà strada, visto che con quel movimento sarebbe riuscito ad avere due appendici libere, e mentre continuava queste "operazioni" il mezzo vampiro avrebbe continuato a parlare col suo interlocutore...

    -E non capisco in che modo lei vorrebbe allenarsi con me...

    Gaffe di tosse a parte, String non era il tipo di guerriero che lavorava bene con gli arcieri o contro gli arcieri visto che era un guerriero a medio raggio, ma da come quella collaborazione gli era stata proposta non riusciva davvero a capire che genere di esercizi volesse fare per "allenarsi", specialmente visto che quel Rivoluzionario non poteva avere idea dello stile di combattimento del Dhampir. A meno che non avesse doti telepatiche, le sue placche metalliche di forma romboidale erano ancora tenute nascoste, e la sua fama era piuttosto bassa nella fazione ribelle... o forse lui e quel tipo si erano già incontrati in qualche missione? No, se ne sarebbe ricordato almeno in minima parte: anche se tendeva ad ignorare il più possibile i suoi "colleghi temporanei" si ricordava almeno il suono di una voce, la sua memoria non gli faceva ancora certi scherzi nonostante l'età.
     
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  5. ~Lotaç
     
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    Guglielmo notò che il tono usato dal vampiro non era affatto cordiale e che non rispose alla sua presentazione e con ancora la mano tesa verso String aspettava una stretta da questo. Qualora gli avesse stretto la mano, o nel caso in cui non l'avesse fatto, Guglielmo avrebbe detto
    Vorrei allenarmi a mani nude
    detto ciò l'arciere avrebbe posato l'arco e la faretra per terra. Malgrado la presenza di quell'individuo lo facesse sentire a disagio, Guglielmo notava che c'era qualcosa di familiare in lui.
    Ha un che di familiare questa persona.. mi ricorda tanto...Filippo
    Filippo era un caro amico di Guglielmo, nella loro infanzia giocarono spesso a combattere a mani nude, in particolare amavano praticare la lotta libera il cui scopo era schienare il proprio avversario, quell'uomo gli ricordava tanto il suo amico che gli era venuta voglia di combattere in quella maniera.
     
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    -Buffo, pensavo che il corpo a corpo fosse fuori dalla competenze di un arciere.

    Disse semplicemente l'uomo mentre aggrottava leggermente la fronte per via del tentativo di far uscire il dito indice della mano sinistra da quel caos fatto a fili di spago, anche se con un successo relativamente basso. Quel tipo sembrava così dannatamente deciso a menare le mani con qualcuno, era praticamente adamantino su quel suo desiderio... non era mica uno di quegli individui che lo confondevano per una donna e cercavano di palpare qualcosa che non c'era? Certo, non doveva tirare subito conclusioni da un paio di parole dette forse senza pensare, ma ormai era successo già un bel pò di volte e la cosa stava iniziando a dargli fastidio, anche se non lo mostrava ormai aveva passato i cinquant'anni e voleva un pò di dignità. In ogni caso, scherzi a parte, la cosa che veramente dava ai nervi era che volesse a tutti i costi disturbare quel suo momento di tranquillità, come se avesse qualche diritto di infilarsi nella sua privacy come se niente fosse. Ora quel Guglielmo era come in attesa di una risposta "fisica" da parte di String, come se si aspettasse che il Dhampir avrebbe accettato di sicuro la sua offerta, ma se dopo la sua affermazione di cui sopra si sarebbe ancora aspettato che il mezzo vampiro avrebbe accettato di buon grado di prenderlo a pugni in faccia o meno, si sarebbe sentito dire...

    -E poi, se può notare non sono esattamente nelle condizioni per combattere nel corpo a corpo.

    Dopo questa affermazione l'uomo avrebbe alzato leggermente le proprie mani, ancora incastrate con lo spago con cui stava cercando di fare una bella forma geometrica, tanto per dire che non poteva fare nulla con le mani letteralmente lgate. Certo, forse poteva usare le sue belle unghiette per liberarsi un pò rapidamente da quella "morsa" di fili tecnicamente innocui, ma se la voleva prendere comoda, alla fine stava a lui decidere cosa voleva fare, quello era pur sempre un territorio libero... e se quel giovincello provava a placcarlo mentre era impegnato gli avrebbe conficcato una carta da gioco in mezzo agli occhi.
     
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5 replies since 5/11/2012, 00:42   50 views
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